I CENTRAL UNIT, UN
COMPUTER AL SERVIZIO DELLA MUSICA
Nel panorama dei nuovi gruppi italiani di
New Wave elettronica e sperimentale, i bolognesi Central Unit
emergono di varie spanne. In primis perchè sono una via di mezzo
fra una "garage band" (quindi con tutti i problemi
economici, di concerti, di diritti d'autore ecc.), ed un gruppo
professionista con un solido contratto discografico. I nostri
sono riusciti a produrre e depositare alla SIAE una serie di
pezzi elettronici di ottima fattura proprio grazie al loro modo
di lavorare, meticoloso e pignolo, tipico di solito solo dei
professionisti affermati. I brani sul disco e dal vivo sono
suonati molto bene, le canzoni sono curatissime, sia dal punto di
vista esecutivo, sia da quello degli arrangiamenti e della
composizione. Questo può sembrare non troppo strano, ma bisogna
tener conto che i Central Unit sono assieme da poco più di un
anno e mezzo, senza altre esperienze precedenti. Hanno al loro
attivo un EP autoprodotto e distribuito dalla Base Record: "Loving
Machinery".
Esso contiene quattro pezzi di ispirazione "Tuxedomoon-eggiante",
in modo particolare "Rock Onze", oltre ad un remake di
una canzone dei succitati californiani: "What Use". Ma
la perla del disco è la ballabilissima "Saturday Nite",
un brano in cui gli strumenti entrano uno alla volta su una base
di batteria elettrronica programmata impeccabilmente. Proprio
riguardo alla batteria elettronica, i Central Unit sono riusciti
a fare una cosa che non è venuta in mente a nessun altro
musicista: collegare una drum-machine ad un computer. L'idea me l'ha
illustrata brevemente Natale Nitti, cantante sintetista della
band. Il lampo di genio è venuto a "Tunets", il loro
fonico. Egli è ingegnere elettronico con una buona base di
informatica e una perfetta conoscenza dei problemi monetari dei
complessi, e dato che il bisogno aguzza l'ingegno, la questione
della batteria programmabile è stata risolta così. I Central
Unit posseggono il modello migliore delle drum-machine Korg: 55,
ma come tutte le sue sorelle anch'essa ha solo dei ritmi
prefissati e combinabili fra loro. La loro necessità, spiega
Nitti, è quella di avere una ritmica completamente programmabile
in ogni parametro; da qui l'idea di abbinare la poliedricità di
un personal computer ai suoni della loro batteria elettronica.
Tunets ha modificato leggermente la Korg ed ha costruito un'interfaccia,
un suo progetto totalmente originale, per fare in modo che il
loro microcomputer potesse pilotarla. L'idea è riuscita
benissimo, ma ci sono ancora un paio di cosette da perfezionare
in quanto, durante le esecuzioni live, è necessario attendere
circa un minuto per passare da una sequenza ad un'altra. Un
secondo problema è quello del consumo dei Kbytes (unità di
misura) di memoria del loro Vic-20, ma è già stato risolto in
parte adottando una unità a floppy disks; comunque i Central
Unit stanno lavorando anche sul programma, realizzato in Basic (inizialmente
fatto su un elaboratore più potente), in maniera da non avere
bisogno di unità di memoria esterne. A parte questi minimi
intoppi, ormai quasi superati, i C.U. sono riusciti ad ottenere
la versatilità di una Linn Machine (una delle migliori batterie
elettroniche) solo con una Korg 55 ed un Vic-20. Naturalmente la
timbrica e la dinamica dei suoni rimangono quelli della batteria
originale, ma si risparmiano circa 8 milioni, e, coi tempi che
corrono, scusate se è poco!
Inoltre questo "sistema" funziona bene, tanto è vero
che i Central Unit hanno inciso le loro ultime composizioni
proprio con la batteria elettronica modificata, ottenendo
eccellenti risultati. Hanno lavorato su 16 piste impiegando circa
100 ore di registrazione, anche queste autoprodotte, con i suoni
curati da Peter Principle (il bassista dei Tuxedomoon), che ha
anche suonato la chitarra in un pezzo. Per mezzo di Peter e del
sig. Caroli della Base Record, i loro nastri sono arrivati ad una
delle migliori etichette indipendenti europee: la "Les
Disques Du Crepuscule" di Bruxelles. I nastri sono piaciuti,
infatti i Central Unit sono stati interpellati subito per un
contratto: un LP ed un EP che usciranno in Belgio in dicembre-gennaio,
poi la Base li importerà in Italia. Finalmente per la prima
volta un nuovo gruppo italiano ha il suo primo contratto
discografico con una etichetta indipendente estera, capace di una
ottima diffusione internazionale. Ma del resto in Europa
settentrionale il pubblico è più ricettivo a questo tipo di
musica. Infatti in Belgio "Loving Machinery" è
normalmente programmato per radio nazionale, mentre in Italia lo
si ascolta solo su alcune private. Speriamo quindi che in futuro
le case discografiche diano un pò più di fiducia alla nuova
musica dei complessi italiani, come ha fatto la CGD che ha
firmato un contratto triennale pochi giorni fa offrendo ottime
condizioni.
Angelo La Duca
|